Il Consiglio di Stato (sent. 1679/16) accoglie le tesi difensive dello Studio Giametta e conferma innovativa sentenza del TAR Lazio in materia di accesso.

Con grande soddisfazione si segnala la sentenza del Consiglio di Stato n. 1679 del 2 maggio 2016 con la quale, nel rigettare l'appello del MIUR, la Sesta Sezione conferma la sentenza n. 14340/2015 del Tar Lazio propiziata dagli avvocati Sirio Giametta e Giovanni Pagliuca (clicca qui per leggere la sentenza del Tar per esteso). Il Consiglio di Stato conferma dunque il nuovo orientamento di cui alla indicata sentenza del Tar Lazio che riconosce al cittadino un vero e proprio diritto di accesso "a qualunque fine e senza necessità di motivazioni, porché non siano compromessi alcuni rilevanti interessi pubblici generali". A tanto perviene richiamando il parere espresso dalla Sezione Consultiva per gli Atti Normativi del Consiglio di Stato, Adunanza di Sezione del 18 febbraio 2016, n. 343/2016 (clicca qui per leggere il parere per esteso) - che ha esaminato lo schema del decreto legislativo con il quale, nel dare attuazione alla delega di cui all’articolo 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124, recante “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”, in materia di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, nonché prevenzione della corruzione, con il quale, come detto, si riconosce al cittadino un vero e proprio diritto alla richiesta di atti delle pubbliche amministrazioni, a qualunque fine e senza necessità di motivazioni, fatti salvi i casi in cui possano essere compromessi alcuni rilevanti interessi pubblici generali.